Tra acque limpide, mulini e villaggi abbandonati
Nell’ambito dell’iniziativa corale “Festa del pane e dei grani antichi dell’alta val Borbera” (che avrà il suo culmine domenica 14 luglio a Cosola), alla cui organizzazione ha partecipato anche l’Ecomuseo dei Sette Ricordi, si è svolta un’escursione in uno dei più reconditi e significativi angoli dell’alta val Borbera.
Siamo partiti da Croso di Campassi e siamo passati tra faggete e aceri secolari ammantati di vischio, abbiamo potuto vedere tracce delle antiche carbunin-e, mulini, muretti a secco e altre emergenze naturalistiche ed etnografiche, discutendo di geologia, foreste ed economia montanara tradizionale e confrontandosi sui temi dello spopolamento e della rinaturalizzazione del territorio, dell’armonizzazione tra presenza umana e habitat naturali, delle forme possibili di un nuovo abitare i remoti territori appenninici.
L’escursione ci ha portato nel cuore del grande tema dell’abbandono, a percorrere i viottoli invasi di vegetazione del suggestivo paese di Reneuzi, per ridiscendere verso le fredde acque del Rio Campassi con i suoi mulini e le sue trasparenti pozze popolate di girini e salamandre.
Al termine una merenda nel singolare B&B di Croso di Campassi.
L’occasione si è prestata anche ad illustrare ai partecipanti (tra i quali alcune presenze significative del nuovo abitare la valle: Irene Zembo, di BorberAmbiente, organizzatrice dell’escursione, Irene Calamante, maestra panificatrice di Cabella, Ezio Prandini, animatore della comunità spirituale Sahaja Yoga) il progetto Ecomuseo dei Sette Ricordi, nei confronti del quale è stato manifestato da tutti i partecipanti interesse e volontà di collaborazione.
Una risposta.
Plaudo all’iniziativa e Auguro molto successo all’Ecomuseo dei settle ricordi.