Le storie dell’antico mulino, tra memoria e progetto

Le storie dell’antico mulino, tra memoria e progetto

Agosto 29, 2019 Il piffero, le danze e le buiasche Le fasce, il frumento e i mulini Magioncalda 0

Venerdì 9 agosto si è rinnovata a Magioncalda, il più remoto dei paesi dell’alta val Borbera (Comune di Carrega Ligure, AL), l’antica festa patronale di San Fermo. Magioncalda sta vivendo un momento di rinnovata vitalità, grazie ai suoi abitanti che stanno tenacemente riprendendo la coltivazione del grano sulle antiche fasce terrazzate.

Quest’anno, ai contenuti conviviali della festa si è aggiunto l’importante evento del restauro e ripristino dell’antico mulino ad acqua sul rio Fossato, che sarà inaugurato nella sua piena funzionalità tra settembre e ottobre.

Per l’occasione, la tradizionale trebbiatura con le antiche trebbiatrici manuali è stata preceduta dai racconti di Paolo Asborno che, in una breve conversazione con Paolo Ferrari, dell’Ecomuseo dei Sette Ricordi, ha rievocato i tempi in cui il mulino svolgeva una funzione fondamentale nella vita comunitaria, prima dello spopolamento che, negli anni sessanta, avrebbe portato all’abbandono della tradizionale vita sociale ed economica delle frazioni dell’alta val Borbera.

“Il mulino era frazionale, utilizzato solo dal paese e la chiave era custodita dal consigliere. Si cominciava con il grano, poi granoturco, e d’inverno anche le castagne e i ceci. Ogni 10, 15 anni veniva un mugnaio da Albera o Cabella e ripristinava le macine. Il mulino lavorava anche durante la guerra e nel dopoguerra, ha smesso di lavorare negli anni sessanta perché un alluvione ha portato via la ciüsa, ma ormai eravamo tutti via.”

Mulino Magioncalda
Visita al mulino in fase di restauro

La memoria di Paolo Asborno raccoglie anche racconti che arrivano da età remote, come quello che tramanda la presenza di mulini a vento, costruiti dai frati della grangia di Magioncalda sulla costa che ancora porta il nome della presenza di quelle antiche macine. “C’è stato un periodo che c’erano dei resti sul monte e dicevano che i primi frati erano lì prima di scendere a Magioncalda.”

“Sono bei ricordi”, ha concluso Paolo, “ed è bello che adesso rivivano nell’iniziativa di questi ragazzi, li ammiro molto”.

La festa ha avuto il suo più appropriato coronamento nelle musiche e danze delle Quattro Province affidate a due prestigiosi suonatori di tradizione, Fabrizio Ferrari al piffero e Fabio Paveto alla fisarmonica, con la partecipazione straordinaria, al piffero, del sindaco Marco Guerrini.

Sono visualizzabili più foto sul profilo Facebook di Massimo Sorlino.

P.S.: ricordiamo che di Magioncalda era Pietro Asborno detto “Piejin er Sunou” (1848-1912) , citato nell’articolo “Storie di sale, allume e musica“.

Casa di Pietro Asborno (1848-1912), Magioncalda
Casa di Pietro Asborno (1848-1912), pifferaio

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