Festival “Appennino Futuro Remoto”
Nasce quest’anno il Festival AppenninoFuturoRemoto, un’operazione culturale partecipata e condivisa che nasce dal desiderio di far conoscere e valorizzare il bellissimo territorio dell’Alta Val Borbera e creare attrattività in modo da rivitalizzarlo.
Questo Festival vuole essere il racconto collettivo di un territorio e della sua identità, attraverso eventi e interventi mirati incentrati sul nostro territorio, i nostri paesi.
La sfida è quella di restituire una dimensione forte di riqualificazione in senso culturale, nuovo, in linea con molti esempi Europei attraverso azioni innovative, intergenerazionali e interculturali, partecipate.
Lo spirito del Festival è quello di una conservazione delle tracce dell’antica cultura contadina, materiale e immateriale, ma al tempo stesso di uno sviluppo delle potenzialità ad esse intrinseche nella direzione di una rivitalizzazione di contenuti culturali profondamente radicati nel territorio delle Quattro Province e già in corso da qualche anno, il tutto alla luce delle nuove condizioni storiche del nostro tempo, in una prospettiva che sia sintesi di memoria e progetto, conservazione e innovazione: da qui il titolo “AppenninoFuturoRemoto” in cui Remoto oltre al significato temporale assume anche il significato attuale rispetto al modo di lavorare ai tempi della pandemia “da remoto”.
Un altro obiettivo del Festival è quello di contribuire alla creazione di un “EcoMuseo Diffuso” il cui percorso di visita sarà all’interno delle aree geografiche, già documentate virtualmente qui sul sito dell’Ecomuseo dei Sette Ricordi.
AppenninoFuturoRemoto avrà un simbolo importante: un “Albero della Pace” nato dai semi degli alberi sopravvissuti alla bomba atomica di Hiroshima. Carrega Ligure e i suoi abitanti diventeranno ambasciatori di Hiroshima, del suo messaggio di pace e della sua eredità verde.
L’albero, che è stato affidato alla comunità dalla Fondazione Internazionale Green Legacy di Hiroshima (https://glh.unitar.org/), sarà piantumato nel terreno del Castello di Carrega con una solenne cerimonia.
Testimonial d’eccezione del Festival è il fondatore di Slow Food Carlin Petrini, che al Festival ha dedicato queste parole:
“Da trent’anni a questa parte Slow Food è in prima linea nella salvaguardia della biodiversità.
A me piace pensare ai piccoli borghi italiani come componente preziosa della biodiversità culturale italiana. La valorizzazione di questi luoghi risulta essere un processo fondamentale se si vuole rigenerare un sistema economico, sociale e ambientale che oggi si trova in forte crisi.
Io sono convinto che rivitalizzare le piccole economie locali e mantenere ben saldo il rapporto comunità-territorio siano tra i pilastri su cui il nuovo paradigma dovrà reggersi.
Dico di più, essere sostenibili, un appellativo che oggi è sulla bocca di tutti, vuol dire impegnarsi per rendere durevoli i beni di cui disponiamo. Ecco che far riaffiorare un patrimonio inestimabile come i nostri borghi è pratica sostenibile per eccellenza: i miei sinceri complimenti al Festival Appennino Futuro Remoto“
Il Comune di Carrega Ligure è il capofila del progetto, che viene realizzato grazie ai contributi di Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Ente Parco Aree Protette Appennino Piemontese, Rotary Gavi Libarna e Associazione Culturale Gruppo Spontaneo Trallalero e con i patrocini di Regione Piemonte e dell’Università di Pavia e la collaborazione dell’organizzazione mondiale per la pace Green Legacy di Hiroshima, UNCEM, Paradiso Val Borbera, Rete Italiana di Cultura Popolare, Ecomuseo dei Sette ricordi, Il Cammino dei Ribelli, dei Consorzi di Magiocalda, Frazionale di Connio, di Berga, Comprensorio di Carrega ligure e Fontanachiusa; media partner Il Secolo XIX, BlogFoolkMagazine, TradiRadio e la direzione artistica di Laura Parodi e Alessandro Guerrini.