La musica fa il suo giro
L’Ecomuseo si trova nel cuore geografico del territorio delle Quattro Province (alte valli Scrivia, Borbera, Curone, Staffora, Trebbia e Aveto), noto per aver conservato un ricco repertorio di canti, danze e feste tradizionali animate da piffero e fisarmonica.
La musica e il canto non trovavano espressione solo nelle occasioni festive, ma interagivano con ogni momento della vita sociale e lavorativa di queste comunità. Si cantava sui pascoli e nei campi, nelle stalle e nei boschi, e naturalmente nelle osterie, luoghi di convivialità all’interno dei quali la comunità trovava la propria coesione.
Al centro di questa ricca tradizione musicale, giunta fino a noi di generazione in generazione senza soluzione di continuità, troviamo un antico oboe popolare denominato localmente “piffero” al quale è associato un repertorio di danze ancora oggi eseguite durante le frequenti feste patronali o in varie occasionali rituali.
Il valore di questa tradizione musicale ha avuto un indiretto riconoscimento nell’accredito come advisor UNESCO-ICH ( Intangible Cultural Heritage) ottenuto nel 2010 dall’associazione MUSA – Musiche, Canti, Danze tradizionali delle Quattro Province, uno dei soggetti che si occupano di valorizzare e promuovere la musica e la cultura tradizionale delle Quattro Province (www.appennino4p.it/musa/).
L’ Ecomuseo dei Sette Ricordi pone tra i suoi obiettivi la valorizzazione di questa tradizione musicale attraverso la collaborazione con i musicisti e i ricercatori che da anni ne studiano le peculiarità. Per questo motivo, a supporto alle attività ecomuseali, si prevede l’iscrizione all’Albo regionale delle Associazioni che svolgono attività musicali popolari, istituito ai sensi della l.r. 38/2000.
Per approfondire questi argomenti si possono consultare il sito web Dove comincia l’Appennino, che comprende un calendario delle feste tradizionali, e l’e-book gratuito“Coi nostri strumenti”.
I canti
I canti attingono al repertorio popolare presente in Italia settentrionale, eseguiti come polifonie con una particolare modalità tipica anche del vicino paese di Bogli, e chiamata perciò “alla bujasca”: l’andamento è lento e melodico, con l’ultimo verso di ogni strofa spesso concluso da un canterino con un’impennata acuta (u xgajintu) che contrasta con i bassi.
Ormai più rari sono i canti monodici (stranotti) spesso associati ad occasioni specifiche, come il matrimonio; il testo poteva venire adattato a una particolare situazione o persona, come il soprannome del suonatore presente.
Gli strumenti e i suonatori
Il piffero (u pinfiu) è un oboe popolare esclusivo delle Quattro Province, di origini secolari forse connesse ai commerci medievali con il vicino Oriente (http://www.appennino4p.it/piffero). Il suono potente è prodotto dall’ancia doppia (u müzottu), una linguetta di canna essiccata che molti suonatori realizzano e mettono a punto da soli.
Oggi è solitamente abbinato ad una fisarmonica, costruita nella vicina Stradella e impiegata con una tecnica di accompagnamento specifica; in passato questo era invece fornito dalla musa (a müza), una cornamusa a un solo bordone il cui otre poteva essere realizzato all’occorrenza conciando sul posto una pelle di capra.
Nel territorio comunale hanno vissuto suonatori (http://www.appennino4p.it/suonatori) a Magioncalda (Pietro Asborno), Fontanachiusa (Angelo Bozzini “Müzétta” con il fratello “Bülléttu”), Casoni di Vegni (Stefano Terragno) e Daglio (Giuseppe Borghello, Luigi Aragone “daa Sà” e suo figlio Gino, Paolo Chinotto e suo figlio Franco, e attualmente Fabio Paveto).
Per le feste importanti venivano assoldati anche suonatori delle valli vicine, che arrivavano a piedi lungo i crinali.
Le feste e le danze
Le feste tradizionali (http://www.appennino4p.it/festa), tuttora in uso a Carrega, Connio, Fontanachiusa, Cartasegna, Daglio e Campassi, consistono spesso in un giro del paese al seguito dei suonatori, con offerta di cibi e bevande da parte dei padroni di casa, e in un ballo serale.
Fra le danze tradizionali (http://www.appennino4p.it/danze2), quelle in coppia di origine più recente comprendono valzer, mazurca e polca a saltini, quest’ultima eseguita con il passo caratteristico delle Quattro Province derivato dalle danze più antiche, collettivamente dette“e gighe”.
Di queste ultime (piana, alessandrina, monferrina, giga a quattro, giga a due, perigordino) vengono qui praticate varianti di passi e coreografie che non si sono conservate nelle altre valli, dove in passato ogni paese poteva avere i propri usi. Notevole è anche la danza pantomimica della povera donna, che in val Borbera a differenza che altrove viene praticata contemporaneamente da più coppie.
Specialmente noto per i suoi ballerini è il paese di Connio dove la pratica delle danze è rimasta attiva anche negli anni in cui altrove era scomparsa e oggi si è trasmessa, come anche a Carrega e Fontanachiusa, alle nuove generazioni.