Il castello: informazioni generali
Sopra uno sperone roccioso del monte Carmo, alla quota di m. 1193, in posizione sovrastante l’abitato, s’innalza il castello di Carrega.
Il substrato litologico, costituito da calcari marnosi, stratificati in sequenza alternata con argillositi di colore grigio, appartiene alla formazione sedimentaria del Cretaceo superiore, nota come «calcari del monte Antola».
Anche se la prima notizia documentata su Carrega appare nell’anno 1153, il fortilizio probabilmente risale ad epoca anteriore.
Costruito nello stile tipico della Liguria nell’alto Medioevo, si erge in luogo strategico sull’antica mulattiera che al passo delle Capanne interseca la dorsale appenninica.
Sorge ed è anche incastonato nel dirupo. Questo, anzi, sembra avere chiamato il castello, e, le creste del dirupo sembrano avere suggerito la struttura e le forme, che non presentano grandi opere di fortificazioni, perché perfettamente inutili. Niente fossati e niente ordini diversi di mura. La massima semplicità invece: una massiccia torre e un bastione. Pensava infatti i dirupo a rendere formidabilmente sicuro ed inespugnabile il fortilizio. Nell’epoca feudale, quando non trionfavano ancora le artiglierie, una sola torre, poteva sempre fermare, senza sbaglio, un esercito intero.
Ha la pianta di forma in parte rettangolare e in parte semicircolare verso l’esterno; ad uno degli estremi, verso sud, la massiccia torre, che, dopo il ripristino per la valorizzazione dell’area del castello, avvenuto in questi ultimi anni, a cura dell’Amministrazione Comunale, risulta essere la cisterna per la riserva idrica, sia ai fini difensivi che interni per la piena funzionalità del «microcosmo» castellano. Sebbene mozzata, si presenta intatta all’esterno, ancora bene impermeabilizzata, con un intonaco di cocciopesto, cioè con gli inerti della malta costituiti da laterizio frantumato, facilmente riconoscibile per la colorazione rosata dell'impasto, racchiusa e protetta da un camminamento e dalla grande muraglia in pietra locale, .con feritoie e aperture strombate, tipiche dei baluardi difensivi, circondante la costruzione stessa; all’altro estremo, verso nord, divisa da un massiccio muro, esiste una struttura per l’abitazione padronale; al centro vi è una spianata scoperta, costituita dalla forma naturale della montagna. Una camera dell’abitazione si presenta del tutto senza volta, rosa, scheletrita, rimane solamente una parte perimetrale dei muri componenti il vano e quattro gradini d’entrata. Il secondo vano conserva intatta sia la sua muratura a pietra a vista che la volta a botte, nonché la finestra ad arco.
Deve le sue origini vescovi di Tortona i quali furono i primi signori feudali ad esercitarne la giurisdizione su tutto il territorio. In epoca imprecisata, ma di certo antecedente all’anno Mille, i vescovi infeudarono il castello ai marchesi di Gavi e Parodi e, susseguentemente, ai marchesi Malaspina.
Non si presenta quale vera e propria fortezza, ma piuttosto un edificio con funzioni plurime, ovvero fortificazione e insieme istituzione religiosa in stretto rapporto con i monaci cistercensi della grangia di Magioncalda. Dal toponimo «castrum», non si escluderebbe trattarsi di una vera e propria «mansio».
Un viaggio nella storia: documenti sforzeschi per la storia del castello di Carrega
Di peculiare interesse risulta la documentazione riguardante i Castelli dell’entroterra Ligure conservata nell’Archivio di Stato di Milano.
Questi documenti – scrive l’Assessore alla Cultura del Comune di Torriglia Mauro Casale – sarebbero rimasti nascosti chissà per quanti anni se Italo Cammarata, autore di un libro sul feudo di Montoggio, non avesse cominciato a raccoglierli con grande impegno, ordinandoli cronologicamente, in modo tale da permetterne la ricostruzione, almeno per alcuni periodi, perfino degli eventi quotidiani.
Si parla in particolar modo dei Castelli di Torriglia, Roccatagliata, Carrega, Montoggio, Varese Ligure e Savignone. La documentazione rimasta risulta preziosa anche per cercare di ricostruire l’aspetto e le strutture che questi Castelli avevano nella seconda metà del secolo XV.
Sagromoro Visconti alla Duchessa di Milano
VS mi scrive che Filippo da Sovico ha tolto [preso] molte munitioni di quelle di d. Ibleto e altre cose fuori da Roccatagliata e dalle Fortezze. Esso Filippo non fu mai in Roccatagliata anzi ancora vi è il Castellano che tiene per [conto di] d. Ibleto e che vuole [avere] 700 libre per uscire. A Torriglia non è mai stato, a Croce nemmeno, perché ancora vi è il Castellano che la tiene a nome di VS finché avrà avuto 70 ducati. È ben stato a Carega, dove ha condotto PietroPaolo con certi provisionati per guardia di quel luogo, dove non c’erano che alcune balestre, bombardelle e due spingarde che vi sono rimaste. Quei provisionati che sono in Torriglia e Carega mi hanno mandato a dire più volte che non ci vogliono stare.
Genova, 17 dicembre 1467. Sagromoro Visconti (A.S.Mi. Sforzesco 432)
Nuove richieste riguardanti il minuscolo feudo di Carrega:
Zanotto Visconti al Duca di Milano
Avendo VE il luogo di Carrega, che è cosa minima, supplico che si degni di darmi detto luogo e l’entrata di Carrega, dove io terrei persone idonee e sufficienti per poter vivere con la mia brigata e far honore a VS.
Genova, 8 luglio 1468. Zanotto Visconti (A.S.Mi. Sforzesco 434).
Verso la metà di luglio Battaglino Fieschi, marito di AntoniaMaria, mentre era in corso una epidemia nel territorio fra Genova e Tortona, improvvisamente muore a Sale:
Zanotto Visconti al Duca di Milano
Avendo io poca entrata e spesa assai, avevo richiesto l’entrata di Carrega. VE mi ha risposto che detta entrata è gia assegnata a chi non se ne può dispensare altrimenti, per la qual cosa resto sempre contento di quanto dispone VE. Al presente Battaglino Fieschi è morto, lo quale aveva certe Castellette e altre entrate appresso Serravalle. Supplico VE si degni ricordarsi di me.
Genova, 18 luglio 1468. Zanotto Visconti (A.S.Mi. Sforzesco 434)
Con questa lettera da Montaggio, Jacopone chiede di poter riavere anche Borgo Val di Taro e Carrega, presigli dal cugino Ibleto Fieschi:
Jacopone Fieschi al Segretario ducale Cicco Simonetta – Milano
Non più tosto ho scritto a VS per non essere stato di bisogno. Hora gli scrivo la presente per la quale fiduciosamente, come a buon parente e padre, la prego che voglia intercedere mediante la ill.a Duchessa con il Principe suo consorte, Duca di Milano, di farmi rihavere il Borgo di Val di Taro e Carrega, li quali sforzatamente mi sono stati detenti [presi] da messer Ibleto Fieschi già anni 4 passati, inimico totalmente di Sua Signoria e mio.
Montaggio, 34 febbraio 1464
Jacopinus de Fisco, come de Lavanie (A.S.Mi. Sforzesco 417)
Il Governatore di Genova alla Duchessa di Milano
Ill.ma Domina,
Battaglino è [ar]rivato ad Arquà e mi ha mandato lettere del vostro figliolo per le quali mi scrive di essere rimasto d’accordo di dargli quelle Terre che teneva d. Ibleto in Tortonese e di quelle di qua, Torriglia e Roccatagliata: le Terre soltanto, senza le Rocche, le quali scrive che debba fornire mì, non mi scrivendo niente di Carrega né di Fontanabuona, i quali luoghi io intendo che si havevano [controllavano] pur per lo parte d’esso Battaglino, che forse è stato per dimenticanza.
Pertanto prego VS mi chiarisca quello che si havrà a fare a Carrega e Fontanabuona.
Genova, 13 settembre 1467
Sagramoro Visconti (A.S.Mi. Sforzesco 431)
Genova, senza data
Questi sono li Capitoli firmati tra il Duca di Milano e il rev. Ibleto Fieschi
- il prefato d. Ibleto sia tenuto e obbligato la Rocca di Torriglia infra 3 giorni in mano del Governatore di Genova
- promette di far venire GianLuigi suo fratello a Genova dal Governatore entro 3 giorni et non si parta senza licentia finché d. Ibleto non sia tornato da Milano
- promette che infra giorni 8 andrà dai Duchi di Milano et che delle sue altre Rocche, cioè Roccatagliata, Carrega et Croce ne farà la volontà di loro Signorie
- il Governatore promette salvacondotto largo e generale a mons. Ibleto che possa andare liberamente e senza ostacoli dai Duchi e stare e ritornare onde piacerà dummododelle dette Rocche e Fortezze ne habbia fatto la volontà di loro Signorie, e così a suo fratello GianLuigi nonostante il crimine lese majestatis
- il Governatore promette che delle Rocche di Torriglia, Roccatagliata, Carrega e Croce non ne sarà data nessuna a Nicolosio Fieschi detto Battaglino né ad altri per lui
- il Governatore assolve e libera tutti quelli che hanno pigliato le armi in favore di d. Ibleto
Et in fede delle predette cose, le parti hanno sottoscritto di propria mano la presente scritta e sigillata
Sagramoro Visconti
Ibleto Fieschi
Testi: Giacomo Bonarello, podestà di Genova, Matteo Corti doctore ducale vicario in Genova, GianPaolo Bosi, familiare ducale, Filippo Sovico ducale collaterale.
(A.S.Mi. Missive 76)
In realtà alla fine del 1467 i Castelli ex Fieschi non sono nella disponibilità dei Milanesi per i vari ostacoli incontrati nella consegna.
Sagramoro Visconti al Duca di Milano
Ill.mo Signor mio,
……… E acciò che VS intende di che importantia sono [le Fortezze], Nicolò Piccinino, inviato da FilippoMaria Visconti nel 1430, stette a campo a Torriglia 5 mesi con 5 bombarde attorno e con tanta gente da pede et da cavallo che non erano cernede [truppe raccogliticce] e poi alla fine gli bisognò torla [prenderla] con tutti quei patti che vollero quelli di dentro. Poi stette a campo un mese a Roccatagliata e fu rotto. Stette etiam a Carrega e non la potè havere. E se VS vuole essere più di questo, mandi Bartolomeo da Cremona o altro suo ingegnero a vederle adesso che sono fornite a nome di VS.
Genova, 13 novembre 1467
Sagramoro Visconti
(A.S.Mi. Sforzesco 432)
Gli abitanti del feudo di Carrega furono costretti a prestare giuramento di fedeltà al Duca di Milano. Di peculiare rilievo risulta la prima anagrafe dei capi di casa.
Il documento riporta
Et infrascripti homines de Caregiæ, et Potestariæ iuraverunt, et promiserunt ut supra quorum nomina sunt haec: Bartholomeus, Jacobus, Dominicus, Simon Petrus de Gamba; Zaninus, Augustinus, Georgius, Tognus et Bartholomeus de Spineta; Johannes de Croxeta; Baptista Bava, Paulus, Johannes, Antonius, Obertus, Opicinus et Jacobinus de Conio; Bartholomeus de Grectis; Michael de Conio; Simons de Erbora; Antonius de Costigliolo; Antonius de Gallectis; Antonius de Silvestris, Pelegrus, Lazarus eius filii; Gratianus de Silvestro, Baptista eius filius; Johannes dictus Dalphini; Johannes de Forlano, Bartholomeus de Forlano, Bartholomeus eius frater; Julianus Cazellius, Jacobinus eius filius; Nicolaus de Fontanalhuga; Antoneli, Simon Laurentius, et Jhechus de Maxoncada, Lazarus filius dicti Jhechi; Julius, Thomazinus, Martinus, Antonius, Meginus Mege de Maxoncada; Petrinus Rebechus, Bontardus eius filius; Lanfrancus Rebechus, Berthonus et Johannes eius frater; Bethinus, Paulinus, Bataginus, et Ucreiza de Oberto, Jachinus de Vegnio; Jacobinus de Franxia, Luchinus eius filius; Luchinus de Abade, Lazarus eius frater; Simon de Cechino; Matheus de Ragnis; Johannes de Mascarolis; Laurentius de Terragnis; Antonellus, et Gullielmus de Frangia; Antinius de Ratis; Biaxius Antonelli de Vegnio; Nicolaus, Bartolomeus, Lanfranchus, Thomaxinus, Johannes et Jacobus de Agnerio…..
Torriglia, 20 marzo 1468
Notaio Giovanni Simonetta fu Nicola borghese di Chiavari
(A.S.Mi. Sforzesco 1532)
Il Duca di Milano al Governatore di Genova
Poiché intendiamo mandare un Castellano a Torriglia et non sappiamo quanti homini bisognano a quella guardia, però chi dice che basteranno 8 homini, chi almeno 20, per la importantia del loco dovendosi ben guardare, volémo che ti informi di quanti homini bisogna sicché sicuramente si possa guardare che non fosse furata di notte né ancora de dì ad una punta [assalto] di battaglia da mano. Così ancora vi informerete di quanti homini bisogna alla guardia di Carrega e Roccatagliata.
Milano 3 febbraio 1468 (A.S.Mi. Missive 76)
Il 12 novembre Ibleto e il fratello Gianluigi, che erano alla Corte milanese, fuggono. Poiché si teme che ritornino in qualcuno dei feudi Fieschi, si fa avvisare Carlino di stare in guardia:
Il Duca di Milano a Corrado Fogliani – Genova
- Ibleto con il fratello è fuggito et benché gli havessimo mandati dietro [le guardie] per farli prendere, nondimeno non si sono potuti havere.
A Carlino dal Fiesco, che è a Montoglio, darete avviso et admonirete che habbia bona cura di quella Fortezza et loco, et si guardi la persona da li pericoli, caricandovi di scrivere a quei Castellani di Torriglia, Roccatagliata et Carrega a fare bona guardia die noctuque et che non eschino fora dalle Fortezze e che non si fidino di ognuno ché qualcheduno con cui havesse intelligentia d. Ibleto non li ingannasse.
Milano, 14 novembre 1468 (A.S.Mi. Sforzesco 436)
Giovanni di Scipione al Duca di Milano
Ill.mo Signor mio,
……. Le ricordo anche a tenere ben fornite di paghe, di Castellani e d’altre munitioni le fortezze di Torriglia, Roccatagliata & Carrega, che anche loro importano.
Genova, 27 ottobre 1471
Giovanni di Scipione
(A.S.Mi. Sforzesco 444)
Anche nella Rocca di Carrega viene sostituito il Castellano
Il Duca di Milano a Fracasso de…. Castellano a Carrega
Havèmo costituito in tuo loco Castellano di quella nostra Rocca Giovanni Antonio dal Mangano, al quale volèmo et ti comandiamo che consegni quella nostra Fortezza con tutte le sue munitioni che vi sono, delle quali farai fare uno intromento nel quale siano inserte dette munitioni et ce lo manderai in autentica firma.
Vigevano, 18 novembre 1471 (A.S.Mi. Missive 102)
Carlino si difende dalle dicerie di cospirare per prendere la Rocca:
Carlo Fieschi alla Duchessa di Milano
Ill.ma Principessa
…….. Quelli [ribelli] di Carrega dànno anche aiuto a questi di Torriglia, e intendo che nonostante che altre volte si dubitasse del Castello [di Carrega], pur vi è rimasto un pezzo di Torre lo quale è pur ancora in Fortezza. Mi parerìa bene mettervi dentro uomini X a nome di VS per fare stare quei villani [in modo] che non andassero a Torriglia, et ancora è un passo [di controllo] contro detto luogo di Torriglia.
Montaggio, 1 febbraio 1477
Fidelis Servitor Carolus de Flisco. Lavanie comes
(A.S.Mi. Sforzesco 967)
Si discute a chi affidare il Castello Fieschi di Carrega:
Il Governatore Corrado Fogliani al Duca di Milano
Ai giorni passati ebbi lettere diVS che se Fracasso [da Parma] voleva accettare la Castellanìa di Carrega con 4 paghe [guardie], la gli fosse concessa. Fracasso dice non poterla accettare né potervi stare con queste 4 paghe e non vorrìa manco [nemmeno] con 6, perché il luogo è sterile e di cattiva natura. Ha deliberato di venire da Quella, la quale, inteso che abbia detto Fracasso, faccia come meglio le parerà, avvisandola che detto luogo non sta bene senza Castellano.
Genova, Palazzo Ducale, 19 gennaio 1469, Corrado Fogliari (A.S.Mi. Sforzesco 437)
A Milano cominciano a giungere cattive notizie anche da Carrega:
Il Duca di Milano a Corrado Fogliani
Intendiamo che Fracasso da Parma, Castellano di Carrega et che ha anche l’amministratione della Podesteria, si governa [comporta] molto male sì in trattare male li homini sì in ministrargli rasone [giustizia] in la Fortezza, li quali quando volessero malignare, facilmente porìano torgli detta Fortezza. Volèmo che pigliate diligente informatione de li deportamenti et trattamenti che fa agli homini [del paese] et, se è vero che faccia [svolga] l’officio della Podesteria nella Fortezza, e poi farete la provisione conveniente sicché la Fortezza sia bene guardata et li homini siano ben trattati.
Milano, 11 aprile 1469 (A.S.Mi. Sforzesco 437)
Altri sospetti sui Castellani di Roccatagliata e di Carrega:
Il Duca di Milano al governatore Corrado Fogliani (Genova)
Siamo avvisatiche il Castellano di Roccatagliata è mal provveduto di famigli che siano homini [validi] et ch’el è semplice homo, mal pratico, et che troppo si fida, per modo che un dì potrìa accadere qualche inconveniente. E poché detta Fortezza è di quella importantia che sapete, vogliate prendere informatione se è vero quanto è detto e così dicèmo di Fracasso da Parma, il quale intendiamo si comporta molto male circa la guardia della Fortezza di Carrega in abbandonarla spesso senza discretione, avvisandoci poi di quanto troverete acciocché sappiamo che provisione fargli.
Pavia, 2 giugno 1470 (A.S.Mi. Sforzesco 440)
Da Genova arrivano altre notizie allarmanti sui Castelli ex Fieschi:
Corrado Fogliani al Duca di Milano
Secondo l’inforatione che ho avuta del Castellano di Roccatagliata, benché non lo conosco, è homo antiquo, grossolano, fratello del Castellano di Torriglia e ha famigliari [con sé] et ai giorni passati usciva fuori dalla Rocca e vi lasciava entrare e uscire gente ma dopo che VS gli ha scritto, e anche io gli scrissi, non esce dalla Rocca né vi lascia entrare gente. Nondimeno quanto VE vi provvedesse di un altro, credo sarìa bene.
Di Fracasso [da Parma], Castellano di Carrega, intendo che già più di due mesi fa alle volte usciva dalla Fortezza e anche vi lasciava entrare alcuni. Ora sta nei suoi termini perché ha un Podestà che attende [bada] all’Officio della Podesterìa e [perciò] non bisogna che lui esca fuori [dal Castello]. Di famiglia [guarnigione] è assai bn accompagnato, non è vecchio, è stato soldato e deve essere pratico. Pur non è ben discreto e, quando gli si potesse provvedere di uno migliore, sarebbe manco male. Ma poiché la Fortezza è mal accasata t in loco sterile, fortassis non si trovarìa persona che volentieri vi andasse a stare.
Genova, 13 giugno 1470 (A.S.Mi. Sforzesco 440)
Arrivano a Corte lamentele sul comportamento del Castellano di Carrega
Il Duca di Milano al Vicegovernatore di Genova
Il Podestà di Torriglia scrive a Giovanni Simonetta, nostro Segretario, del mal portamento [condotta] che usa Fracasso [da Parma], Castellano di Carrega, il che essendoci molesto e dispiacendoci che così sia, vogliamo che dobbiate mandare qualche persona ben fidata a intendere e investigare se quanto scrive quel Podestà è vero, avvisandoci poi del tutto particolarmente, perché se questi suoi mali portamenti fossero veri intendiamo rimuovere Fracasso da lì e fargli intendere l’errore suo e provveder meglio al bisogno di quel luogo. Quando anche fosse altrimenti, ci sarà caro avere inteso la vertà.
Monza, 19 gennaio 1471 (A.S.Mi. Sforzesco 442)
Cambio della guardia nella Castellanìa di Carrega
Il Duca di Milano a Fracasso da Parma, Castellano a Carrega
Havèmo costituito, in tuo loco, Castellano di quella nostra Rocca Giovanni Antonio dal Mangano, al quale volèmo et ti comandiamo che consegni quella nostra Fortezza con tutte le sue munitioni che vi sono, delle quali farai fare uno instromento nel quale siano inserte [descritte] dette munitioni et ce lo manderai in autentica firma.
Vigevano, 18 novembre 1471 (A.S.Mi. Missive 102)
Decreto di nomina di GioAntonio Mangano a Castellano di Carrega:
Il Duca di Milano
Confisi de industria, prudentia, fide et integritate nobilis viri JohannisAntonii de Mangano, civis papiensis nostri dilecti, deputamus Castellanum Careghe, loco et scontro Fracassii ipse Castellanie officio vacantis quem revocamus, cum paghis 6, una morta computata, pro medietate balistrorum et alia medietate pavesarorium, cum mensuali stipendio librarum 4 monete Janue pro qualibet paga, ac etiam constituimus Potestatem dicte Terre cum salario, auctoritate, onoribus et emolumentis perceptis per precessorem suum, quem abinde revocamus, mandantes Vicegubernatori, collaterali et officialibus monete Janue ac Communi et hominibus dicte Terre Careghe quod dictum Castellanum et Potestatem nostrum ad possessionem officiorum admittant.
Vigevano, 21 novmbre 1471 (A.S.Mi. Registri Ducali 106)
Il nuovo Castellano di Carrega viene convocato a Milano:
Il Duca di Milano a GioAntonio Mangano, Castellano (Carrega)
Per alcune che abbiamo a conferire con tì, volèmo che avendo alcuno tuo parente con te idoneo et fidato per poterlo lasciare in tuo luogo alla guardia di quella nostra Fortezza, glielo lasci dandogli bona informatione et ordine di quello che avrà a fare et poi te ne vieni subito da Noi. Et non havendo alcuno presso tì da poter lasciare in tuo loco, volèmo che subito mandi a Pavia per [chiamare] qualche tuo parente idoneo et fidato, che venga a stare in tuo loco alla guardia di Fortezza finché tu verrai da Noi e ritornerai.
Milano, 25 aprile 1472 (A.S.Mi. Missive 106)
Un ingegnere militare va ad ispezionare i Castelli ex Fieschi:
Leonardo da Seratico e Gerolamo Griffi al Duca di Milano
In esecuzione di quanto VE ha scritto, abbiamo mandato mastro Bartolomeo da Comazo, ingegnere qui per VE, a Montaggio, Torriglia, Carrega e Roccatagliata a vedere e intendere le riparationi che sono necessarie a dette Fortezze, le quali riparationi mandiamo a VE qui allegate. Come havèmo inteso da mastro Bartlomeo sarìa di grande necessità che dette Fortezze fossero riparate come nelle linee si contiene. Poiché VE ci scrive che il Castellano di Carrega le ha riferito che con L o cento ducati si provvederà al bisogno di quella Rocca, e ci commette che dobbiamo spendervi fino a detta somma, diciamo che il Castellano ha preso grande errore, perché solamente la cisterna costerà ducati cento. Quanto VE scrive che i ducati cento si spendano dalle entrate di Torriglia, dicèmo che delle entrate, pagati li Castellani e le altre assegnationi fatte sopra quelle entrate, gli avanza tanto poco che non se ne può supplire al bisogno.
Genova, 28 maggio 1472. Leonardo Seratico e Gerolamo Griffi (A.S.Mi. Sforzesco 446)
Una dura reprimenda ducale arriva a GioAntonio Mangano:
Il Duca di Milano al Castellano di Carrega (Carrega)
Noi siamo certificati che, quando te ne viene voglia, et ben spesso, suoli uscire e partirti da quella nostra Fortezza et vai a mercato in quelle Terre convicine a quella nostra Fortezza, e così a piacere di feste, che usano farsi per quelle riviere, e usando [comportandoti] molto del compagnone, e che molte volte resti a dormire fuori dalla Rocca. Delle quali cose ne havemo non poca admiratione [meraviglia], e quanto questo si convenga a Castellani, giudicalo tu stesso. Tu sai bene che gli ordini che hai da Noi non ti si concede simili licentie. Perciò provvederemo di altro Castellano che con altra diligentia e cura guarderà la nostra Fortezza et ti puniremo secondo permettono gli ordini che hai da Noi sicché degli errori e presuntione tua partirai con degna pena. E di questo sii certo che provvederemo ben presto.
Galliate, 26 novembre 1472 (A.S.Mi. Missive 110 bis)
L’autodifesa del Castellano di Carrega:
GioAntonio Mangano a Cicco Simonetta (Milano)
A VI del presente ho ricevuto una lettera di VS. Prego VS di fare che questa persona sostenga che questo sia il vero; voglio perdere la vita con quattro fioli che io ho [se è vero] che mai fossi [sia andato] in alcun mercato e che mai fossi a una festa di questo mondo, meno che mai dormissi fuori di questa Rocca, salvo quanto mi faceste venire [a Milano] questo marzo da VS; onde mi crepa il core che, stando dì e notte con tanto riguardo, sia imputato di quel che innocente sono e chesempre allevato e invegito [invecchiato] in questi offici che mi dovesse lasciar [oc]corre simili inconvenienti. Dico che se si trova che questo è vero, voglio morire quel fedel servitore che sempre voglio essere finché viva.Quel che per lo vero e non appetito di dire che veramente costui che ha notificato questo non è amico del nostro Signore né diVS. Onde dico che non ch’el [vi] sia Castellano che pratica [affronta] maggiori stenti quanto mì, essendo in questo loco tanto alpestre e carestioso [spoglio] che ne dovrebbe venire pietà a li cani. Mi sono…… d, Leonardo da Seratico, collaterale in Genova, però che il Podestà di Torriglia…… di pagare e con questo vado stentando ché il grosso non mi vale il soldo e questo è il merito [ricompensa] del mio ben servire, che non credo sia intenzione di VS.
Rocca di Carrega, 8 dicembre 1472. GioAntonio Mangano (A.S.Mi. Sforzesco 447)
Viene condotta una ispezione generale ai Castelli ex Fieschi:
Il Governatore di Genova al Duca di Milano
Per eseguire quanto ho avuto in commissione da VE di mandare a vedere come stanno le Fortezze qua propinque, ho mandato uno dei miei a Montaggio, Torriglia, Carrega e Roccatagliata et hanno trovato li Castellani forniti di vettovaglie, homini et armi, come VE vedràdall’iclusa lista. Ho fatto ammonire i Castellani che non debbano uscire fuori dalle Fortezze e attendano a fare bone guardie et che siano vigilanti e che si debbano fornire meglio di quanto non sono, di vettovaglie per uso loro, e così di armi. Hanno detto che lo faranno. Ben ricordo a VE che voglia tenere dette Fortezze bn in ordine di armi e di vettovaglie perché sono il stabilimento [stabilità] del Stato suo.
Genova, 20 marzo 1473. Giovanni Scipione (A.S.Mi. Sforzesco 448)
I controlli dei Milanesi sui Castelli si fanno più insistenti:
Il Governatore di Genova al Duca di Milano
VE mi scrive che debba avere bona informatione e intendere bene che quantità di vettovaglie e munitioni bisognerà per caduna delle Fortezze per haverle ben sicure. Eseguirò quanto mi scrive e poi l’avviserò del tutto. Aspetto che vengano qua Serafino mastro Bartolomeo da Lodi, che sono alla Spezia. Quanto all’acqua (la Rocca di Carrega era dotata di una cisterna sotterranea per raccogliere l’acqua piovana) che manca alla Fortezza di Carrega per rispetto [colpa] all’astrego [solaio] della Torre et de li cantoni [grondaie] che sono rotti e che debba farli acconzare per modo che l’acqua vi vada [a raccogliersi], come è fatto per il passato, intenderò bene la cosa, poi farò la provvisione necessaria.
Genova, 1 aprile 1473. Giovanni di Scipione (A.S.Mi. Sforzesco 449)
Questo preventivo è interessante perché descrive le varie parti che compongono il Castello di Carrega nella seconda metà del ‘400.
Provisione necessaria alla Fortezza di Carrega, alias tolta [calcolata] da mastro Bartolomeo da Comazo
- A Carrega, per coprire la Torre di ciapaccioli, vi andrà ciapaccioli 200, che costeranno in Genova libre 20 et per condurli libre 4 e soldi 4, in somma libre XLVIII soldi XIIII
- Item, per fare parapetto e merli dinnanzi alla entrata della Torre, lunghi canelle VI, alti palmi VIII et grosso palmi II, sono canelle 4 a libre 4 caduna libre XVI
- Item, per fare il rivellino che era altre volte innanti alla Torre, che va lungo canelle 23, alto palmi 18 e grosso palmi 4, sono canelle 69 a libre 4 la canella libre CCLXXVI Item, parapetto e merli al rivellino, lungo canelle 23, alto palmi 9 et grosso palmi 2, sono canelle 17 libre LXVIII
- Item, per far il muro di alcune stantie necessarie in detto revellino, lungo canelle 61/2, alto palmi 25 et grosso palmi 2, sono canelle 9
libre XXXVI
- Item, per legnami del covertume delle stantie, lungo canelle 5 e largo 2 libre L
- Item, per abaini del covertume delle stantie, a n. 1000 a soldi 36 in Genoa il cento, e per condurli soldi 12 la soma
libre LXXXX
- Item, per calcina et mastro per covertume di dette stantie
libre XXX
- Item, per fare una cisterna perché che c’è si dubita non sia bona e sia di tenuta 2000 mezarole libre CCL
Libre DCCCLXVII soldi XIII
21 dicembre 1473 (A.S.Mi. Autografi 228)
Un temporale estivo danneggia di nuovo la Rocca di Carrega:
Leonardo da Seratico al Duca di Milano
Ho nuovamente avviso dal Castellano di Carrega GioAntonio de Mangano come al dì primo del presente mese di settembre circa la mezzanotte la saetta [fulmine] terribilmente dette nella Torre in modo che essa Torre è rimasta schiappata tutta da una parte e sta in pericolo di ruinare. Considerato che più volte la saetta ha fatto danno alla Fortezza, alla quale sono fatte riparationi che sono perdute, e di nuovo volendola riparare vi andarìa grande spesa, ricordandomi che VE alias mi commise per un caso simile avendogli fatto danno la saetta, che io mandassi a provvedere la Fortezza e facessi con ogni diligentia esaminare il luogo e sito e quello he fosse il meglio, o ripararla oppure spianarla, per il che per eseguire quanto VE mi commise, vi mandai mastro Bartolomeo da Comazzo e Melchione da Fontanella che andarono e videro con diligentia quanto era da vedere, sia la Fortezza che il sito, infine riferirono che la cosa migliore era spianarla, dato che non era luogo e passo di importatia che potesse ovviare il passo di venire dalla Lombardia in questa parti, essendovi molte altre vie. Poi essendo venuto Serafino [Gavazzi] qui, gli parlai della cosa e lui mi dice che il parere suo sarìa di spianarla perché non è un passo che importi al Stato di VE in queste parti, maxime avendo avuto VE il luogo di Cariseto molto importante e che meglio serve al bisogno quando bisognasse mandare gente di Lombardia.
Genova, 6 settembre 1475. Servitor leonardo da Seratico (A.S.Mi. Sforzesco 961)
La comunicazione precedente viene smistata a un ingegnere militare:
Il Duca di Milano a Serafino Gavazzi
Vedrai quanto ci scrive Leonardo da Seratico del danno che nuovamente la lesnata [folgore] alla Torre della Fortezza di Carrega. E poiché pare che tu sei del parere che sia meglio farla spianare che far la spesa di farla guardare [sorvegliare] come si fa di presente sì per essere di poca importantia sì per lo danno che spesso gli fa il fulmine e la spesa che ci va poi a farla reconzare, volèmo che ci avvisi del parere tuo che ti paresse meglio: o farla spianare o guardare.
Villanova d’Asti, 11 settembre 1475 (A.S.Mi. Sforzesco 961)
Viene consigliato l’abbandono del Forte di Carrega danneggiato:
I Deputati regimini rerum januensium al Duca di Milano
Leonardo da Seratico, collaterale di VE in Genova, scrisse a VE che a settembre la saetta ha dato terribilmente nella Torre della Fortezza di Carrega, in modo che è rimasta tutta schiappata et minaccia ruina, e che considerato che la saetta più volte ha fatto grandissimo danno alla Fortezza e che vi sono state fatte molte spese per ripararla, le quali sono tutte perdute e che volendola di nuovo riparare vi andrebbe grande spesa, ricorda che sarìa meglio farla spianare, dicendo che è di poca importantia maxime havendo VE lo loco de Cariseto, molto importante et che serve meglio per mandare gente dalla Lombardia in queste parti. La Fortezza di Carrega è molto debole et male in ordine, sicché non si potrìa tenere [resistere] un’ora e ha soltanto 6 paghe.Volendo meglio intendere la cosa, havemo mandato a Serafino da Lodi, che sa come sta la Fortezza e ha veduto quelle parti, la copia della lettera e chiestogli di avvisare del suo parere. Ha riscritto quello che VE vedrà dalla lettera allegata sicché avessimo ordinato che la fosse spianata ma non ci è parso farlo senza licentia di VE.
Milano, 3 settembre 1475 (A.S.Mi. Sforzesco 927)
Ancora sul Castello di Carrega danneggiato:
Il Duca di Milano al Vicegovernatore di Genova
Questo dì passati Leonardo da Seratico ci scrisse come la saetta aveva dato nella Fortezza di Carrega e fatto grandissimo danno e che dovendosi riparare, vi andrìa grande spesa ricordando che forse sarìa meglio farla spianare che fargli spesa di riparatione né di farla guardare. Le spese che si fanno in riparatione sono tutte perdute perché quasi ogni anno la saetta gli fa grave danno. Serafino da Lodi ci ha fatto intendere essere meglio che sia spianata. Abbiate da voi Leonardo e Gerolamo, e fate che mandino uno di quei nostri ingegneri a fare spianare la Rocca in modo che non vi resti vestigio alcuno che la si possa ridurre [ricostruire] in Fortezza, facendo condurre nella Fortezza di Torriglia tutte le munitioni che vi sono.
Varese, 19 ottobre 1475 (A.S.Mi. Sforzesco 962)
Si decide di spianare il Castello di Carrega, troppo danneggiato:
Il Duca di Milano a Leonardo da Seratico, collaterale (Genova)
Havemo inteso quanto ci hai scritto del danno dato dalla saetta alla Rocca di Carrega e del ricordo che ci desti che forse sarìa meglio farla spianare. E avendo Noi voluto intendere circa ciò il parere di Serafino da Lodi, che è informato su quelle parti, anche lui conosce in questo parere di farla spianare. Perciò volèmo che mandiate un nostro ingegnero a fare spianare tutta la Fortezza in modo che non ne resti parte alcuna. E quando vi paresse di metterla all’incanto per vedere di guadagnare qualcosa nel farla spianare, come sarìa avanzare qualche parte del legname o tettàme da adoperare poi nelle nostre Fortezze di Torriglia e Roccatagliata farete come vi pare meglio. E al Castellano della Rocca farete fare le sue rasoni e satisfare di quello che dovrà havere per lo suo servitio.
Gli scriviamo che debba lasciarvi entrare nella Fortezza et spianarla.
Varese, 19 novembre 1475 (A.S.Mi. Sforzesco 962)
Muore il Castellano di Carrega:
Leonardo da Seratico al Duca di Milano
È giunto qui un famiglio del Castellano di Carrega, venuto per farmi intendere come la notte passata il Castellano è morto di morte naturale. Io subito ho mandato là GianGiacomo Undegardi per aver cura della Fortezza e delle munitioni fintanto che non si eseguirà quanto ha scritto – cioè la demolizione della Rocca – VE, il che fino a qui non si è eseguito per non aver avuto qui ingegnero da potermi valere a tale affare. Avviso che nella Fortezza c’è la donna del Castellanocon i figli suoi, tra i quali uno di 20 anni circa.
Genova, 16 novembre 1475 Leonardo da Seratico (A.S.Mi. Sforzesco 962)
Il Duca di Milano a Leonardo da Seratico (Genova)
Abbiamo inteso quanto ci scrivi della morte del Castellano nostro di Carrega e di aver mandato là GianGiacomo Undegardi per aver cura della Fortezza. Farai satisfare la donna del Castellano di tutto quello che resta ad avere del servitio di suo marito fino al dì dell’arrivo di Undegardi; e, quanto allo spianare la Fortezza e dare ordine alle munitioni che vi sono dentro, eseguirai quanto ti abbiamo già scritto.
Galliate, 23 novembre 1475 (A.S.Mi. Sforzesco 962)
Il 1476 è l’ultimo anno di vita del Duca Galeazzo Sforza il quale, preoccupato della sorda opposizione che sente provenire da Genova e dintorni, moltiplica i tentativi di rinsaldare le difese militari in previsione di qualche rivolta antisforzesca.
Il rapporto di un ispettore sforzesco sullo stato delle Fortezze
Io, Alessandro da Foglino, sono stato a Genova et in tutte quelle Fortezze, come VS mi fece dare per instructione, principalmente sono stato………
- Item, ho fatto la mostra [ispezione] al Castellano di Montaggio per 10 paghe vive e 1 morta. Nella Fortezza non vi sono che 45 corazzine e 5 balestre che si possono adoperare e sarìa necessario provvedere di altre 6 corazzine e di 6 balestre e inoltre che si riparasse la Torre maestra perché, stando nel modo che sta, non si può abitare né montare sulla cima d’essa, e la spesa della riparatione ammonterebbe da 250 a 300 ducati. E, fatto questo, si potrebbe riposare con la mente quieta.
- Item, ho fatto la mostra a li Castellani di Roccatagliata, la quale Fortezza ha 8 paghe vive e 2 morte, è ben fornita et bene guardata de Castellani ma per poter fare loro debito [dovere], quando accadesse, domandano qualche paga in piùperché continuamente tèneno qualche compagno di fuori per fornirsi di quello che gli bisogna.Domandano ancora due barili di polvere, piombo da spingarde, 8 o 10 corazzine perché non ve n’è nessuna, vino, olio, sale, aceto non ve n’è niente, et così gli vorrìa 3 o 4 casse di berrettoni et 4 balestre d’azzale [acciaio] perché gliene sono 8 di legno, tutte carolente [tarlate], delle quali non se ne potrìa valere. Gli bisogna ancora 200 assi per potersi riparare, se il bisogno accadesse, et per fare uno solaro per loro abitazione, perché non vo possono stare. Itemvorrìano 3 o 4 balandrani [cappottoni] per poter fare le guardie che accadono necessarie et 4 botti da tenere vino, oltre quelle che hanno, 4 picchi, 4 timuelle, 2 pali di ferroet chiodarìe necessarie per quello che bisognasse. Item poiché la Torre strapiove tutta et lo Castellano vi dorme dentro et anche vi sono le munitioni, è necessario che si ricopra et ripari per modo che vi si possa stare.
- Item,ho fatta la mostra a li Castellani di Torriglia, et per 12 paghe vive che hanno, sono tutte bone e sufficienti ma non vi ho trovato Andrea Trotti, Castellano, il quale si dice essere in Lombardia con licentia. La Rocca è ben fornita d’ogni munitione. Nientedimeno li tetti d’essa Rocca strapiovono et non gli si fa provisione, in poco tempo si guasterà, per modo che gli bisognerà grande riparatione. Et similiter bisogna conzare il tetto della Torre che tutto strapiove. Ma di formento et di vino è meglio fornita che niuna delle altre Fortezze.
- Item, ho fatto la mostra al Castellano di Carega, il quale ha 5 paghe vive sufficienti et una morta, et in quella Fortezza non vi è altra munitione che un poco di farina et di vino, che sono del Castellano, et è in più disordine che niuna delle altre Fortezze, et se non gli si provvede a fargli qualche fortificamento nel ricetto, mi non so per che sia bona, poiché non può offendere a nessuno se non trarre alla cieca, et lo tetto della Torre bisogna farlo perché non ha tetto nessuno et non si può abitare perché tutta strapiove. Dell’acqua della cisterna non ci si può valere perché non tiene che acqua marcia.
Senza data (A.S.Mi. Sforzesco 1287)